In questi giorni nei quali imperversano i campionati europei di calcio, non posso esimermi dal parlare dell’importanza dello sport, non solo come passatempo e modo per tenersi in forma, ma anche come occasione di aggregazione, sia che lo si viva da spettatori che da protagonisti.
Non è affatto vero, infatti, che la pratica di uno sport (anche a livello agonistico) sia riservata esclusivamente ai “normodotati” (ci sarebbe molto da discutere sul concetto di “normalità”, per altro). Esistono ormai da anni federazioni ed enti che organizzano campionati ed eventi sportivi dedicati alle persone con disabilità fisica o intellettiva, che hanno pari dignità e valore sportivo degli altri, al punto che, dal 1960, nello stesso anno dei giochi olimpici, si svolgono quelli paralimpici.
Discipline come il basket, il tennis, la scherma, non sono affatto “impossibili” per chi ha un deficit motorio, per esempio. Allo stesso modo, l’atletica, la corsa, il nuoto non sono preclusi ai disabili sensoriali. Basta utilizzare gli opportuni accorgimenti, che si tratti dell’utilizzo di una carrozzina opportunamente adattata per consentire l’esercizio della pratica sportiva o di avvalersi dell’aiuto di una “guida” per affrontare un percorso in piscina o su pista.
Come iniziare a praticare uno sport in maniera “seria”? Anche per chi ha una disabilità valgono le stesse raccomandazioni che si danno a tutti: sottoporsi prima a scrupolosi controlli medici e, naturalmente, consultare gli specialisti dai quali si è seguiti per la propria patologia per valutare insieme la disciplina più adatta.
Avete mai assistito ad un match di basket in carrozzina o ammirato la grande Beatrice “Bebe” Vio in azione in pedana? Se sì, vi sarete resi conto che, quanto ad agonismo, talento ed emozioni, lo sport dei disabili non ha niente da invidiare a quello praticato dai “normali”.
Se, invece, siete degli inguaribili pigroni e lo sport preferite guardarlo, magari anche dal vivo, forse sapete già che le federazioni delle discipline più seguite (dal calcio al basket, passando per volley e tennis, e non solo) prevedono sempre, all’interno degli impianti, la presenza di una percentuale di posti (o interi settori, a seconda della grandezza degli impianti) riservati a persone con disabilità e relativi accompagnatori. Nella maggior parte dei casi, l’ingresso è totalmente gratuito: basta inviare con un certo anticipo il modulo RAD (Richiesta Accredito Disabili), scaricabile dal sito web della società sportiva che gioca in casa e l’eventuale altra documentazione richiesta (certificato d’invalidità e, in alcuni casi, documento d’identità), alla società organizzatrice per godersi lo spettacolo senza altra preoccupazione oltre a quella di tifare!
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