È stata presentata nei giorni scorsi a Roma No Barriere, l’app ideata dall’Associazione Luca Coscioni per migliorare l’accessibilità degli spazi urbani, a beneficio dei cittadini disabili, certo, ma non solo loro.
Il funzionamento è semplice:
- Per prima cosa, bisogna scaricare sul proprio smartphone l’app (disponibile gratuitamente per IOS e Android) o utilizzarne la versione web e creare il proprio profilo utente inserendo nome, cognome, indirizzo e-mail e telefono, oppure utilizzando il proprio account Google o Facebook.
- Attivando i servizi di Posizione ed utilizzando la fotocamera dello smartphone, si può scattare la foto di una barriera architettonica (o selezionarla dalla galleria foto del telefono) e, tramite l’area Invia una segnalazione, la si invia al sistema, che la inserirà nella Mappa delle segnalazioni, consultabile dalla stessa app. Inoltre, dalla stessa area, si può inviare una e-mail pre-compilata all’amministrazione comunale, per sollecitarla a rimuovere la barriera.
- Nella Mappa delle segnalazioni, sono indicate con un simbolo rosso le barriere architettoniche ancora presenti nell’area d’interesse, in verde quelle già rimosse.
L’obiettivo dell’app non è semplicemente effettuare una mappatura di tutte le barriere architettoniche esistenti, ma anche, e soprattutto, far sì che le istituzioni locali si attivino per rimuoverle.
Anche se la normativa oggi vigente in materia di barriere architettoniche è datata 1986 e, sulla carta, tutte le amministrazioni locali hanno predisposto i cosiddetti PEBA (Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche), è sotto gli occhi di tutti come, fin troppo spesso, l’accesso ad edifici pubblici e privati, ma anche a strade e spazi comuni, sia impossibile per chi ha una disabilità motoria o sensoriale. A causa dell’esistenza di barriere architettoniche o, in molti casi, dell’attuazione di misure non idonee a garantire l’accessibilità a tutti.
Perché, quando si pensa ai “disabili”, è diffusa la tendenza a pensare solo a persone che si muovono su una carrozzina. Quindi (in linea teorica), basterebbe posizionare uno scivolo qua e là per rimuovere gli ostacoli. Ma, per molti disabili, lo scivolo è esso stesso una barriera architettonica, soprattutto se ha una pendenza eccessiva o mancano corrimano (per chi si muove con stampelle o bastoni) e segnalazioni per non vedenti e non udenti.
Quindi, ben venga quest’app, se contribuirà effettivamente a migliorare la vita di tutta la comunità, con il contributo di tutti i cittadini. Perché una città senza barriere architettoniche è un posto più accessibile, e quindi migliore, per tutti.
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