“Indivisibili”: un film su diversità e cambiamento

È uscito solo da pochi giorni nei cinema, ma “Indivisibili” di Edoardo De Angelis è già diventato un piccolo “caso”, acclamato sia all’ultima Mostra del Cinema di Venezia che al Toronto International Film Festival.

"Indivisibili" - locandina

Il film racconta la storia di Viola e Daisy, due gemelle siamesi  (unite per una gamba) campane che, in un contesto sociale pieno di superstizioni e pregiudizi che le considera un po’ “sante” da venerare e un po’ fenomeni da baraccone, sono costrette dalla famiglia a guadagnarsi da vivere facendo le cantanti neo-melodiche. Casualmente, le ragazze vengono a sapere che un chirurgo potrebbe separarle, consentendo loro, finalmente, di avere una vita autonoma l’una dall’altra. Però, la famiglia si oppone strenuamente a questo loro desiderio d’indipendenza, temendo di perdere la propria fonte di guadagno.

“Indivisibili” offre molti spunti di riflessione, sia sulla quotidianità di chi vive questa particolare condizione che, in generale, sul modo in cui viene vista la disabilità e, in generale, la diversità. Alle due ragazze è negata la possibilità di esprimere la propria individualità, non solo a causa del loro essere fisicamente unite e, quindi, impossibilitate a condurre esistenze separate, ma anche perché, di fatto, il contesto nel quale vivono non riconosce loro la piena dignità di persone. A partire dalla loro “sgarrupata” famiglia, Viola e Daisy sono considerate più freak da esibire e su cui lucrare (a compensazione della “sventura” capitata alla famiglia) che persone dotate di diritti. Anche per questo, la famiglia non concepisce nemmeno che il “gioco” possa finire, in seguito ad un intervento che consenta alle ragazze di condurre esistenze autonome ed inseguire i rispettivi sogni.

"Indivisibili" - le protagoniste

“Indivisibili”, però, non è un film triste: tutt’altro! Volendo, lo si può definire una sorta di favola realistica, nella quale bello e brutto, sogno ed orrore si mescolano e si confondono. Un film che contiene un messaggio semplice, quanto profondo: la libertà di vivere la vita come si vuole, indipendentemente dalla propria condizione, è la cosa più importante.

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