Colloquio di lavoro e disabilità: come comportarsi?

Il colloquio di lavoro, lo sappiamo, è un’esperienza decisamente stressante per tutti, essendo carica di aspettative, speranze…e di una buona dose di ansia! Ma quando il candidato è una persona con disabilità all’ansia da colloquio si aggiunge un ulteriore disagio: “Come sarà accolta la mia disabilità? Dovrò parlarne? Se sì, in che termini e fino a che punto? Dovrò portare con me la documentazione?” e così via. Cerchiamo, quindi, di fare un po’ di chiarezza.

Disabilità: parlarne durante il colloquio o no?

Se la posizione per la quale ci si candida e si è stati chiamati per il colloquio è rivolta a persone appartenenti alle “categorie protette” (non so voi, ma io detesto quest’espressione: non sono un animale in via d’estinzione!), il selezionatore si aspetta, ovviamente, d’incontrare una persona con disabilità, quindi è normale che possa rivolgerci qualche domanda relativa alla nostra condizione, per capire se compatibile con l’attività richiesta dal ruolo in questione.  Non c’è nulla di strano o pregiudizievole, in questo. Anzi, è l’occasione giusta per fare presenti eventuali particolari esigenze (per esempio, se avremo bisogno di assentarci regolarmente per visite mediche o terapie, nel qual caso sarà opportuno richiedere i permessi previsti dalla legge 104/92) o porre domande più specifiche sull’attività quotidiana che ci si aspetta da noi. Ma niente paura: non sarà necessario violare la nostra privacy scendendo troppo nei dettagli della nostra patologia o storia clinica! Basterà spiegare brevemente se ci sono attività che non saremo in grado di svolgere e se, per esempio, avremo bisogno di strumenti o adattamenti alla postazione lavorativa.

quale documentazione portare al colloquio?

Come dicevamo, non è necessario arrivare al colloquio portandoci dietro tutti i faldoni contenenti i dettagli della nostra storia clinica (e meno male!). Può risultare utile, invece, portare con noi (oltre al curriculum e  all’eventuale altra documentazione professionale richiesta, naturalmente!):

Il resto è decisamente superfluo. Anche perché, proprio come accade a chiunque affronti un colloquio di lavoro, in quella sede al centro non dovrà essere la nostra disabilità o la storia clinica, ma le nostre competenze, esperienze ed aspirazioni.

Avete in programma un colloquio di lavoro nei prossimi giorni? In bocca al lupo e, magari, in fase di preparazione, date un’occhiata anche a questi consigli dei recruiter di Jobmetoo!

 

 

10 pensieri su “Colloquio di lavoro e disabilità: come comportarsi?

  1. elisiana scrive:

    Ho un’invalidità dell’80℅.Disoccupata dall’ottobre del 2012 non ho fatto altro che fare stage per l’inserimento(????) lavorativo che si concludeva sempre al momento di una possibile assunzione.Da allora ne ho svolti 4.Oltre agli altri 5 svolti in precedenza. Per questo mi sono iscritta ai siti online per la ricerca di lavoro.Le aziende mi hanno sì contattata.MA PRIMA DI FARE il COLLOQUIO HO DOVUTO SPEDIRE ,APPUNTO,LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE MEDICA CHE ATTESTAVA IL GRADO D’INVALIDITÀ E LA QUELLA CONCLUSIVA PER VEDERE LE LIMITAZIONI. Me LE HANNO RICHIESTE 4 AZIENDE CHE DOPO NON MI HANNO PIU CHIAMATA .
    CHIEDO SEMPLICEMENTE SE HANNO VIOLATO LA PRIVACY,VISTO CHE NON HO MAI AVUTO CONTATTI INTERPERSONALI CON LORO

    • Move@bility scrive:

      Ciao Elisiana. Non mi è mai capitato che mi abbiano richiesto la relazione della commissione medica, a nessuno stadio del processo di selezione: il grado d’invalidità riconosciuto, in genere, è un dato che si autocertifica (poi, la prassi dipende anche dall’ambito in cui opera l’azienda in questione). La relazione conclusiva, invece, non contenendo informazioni “sensibili”, può essere richiesta, anche se, di solito, non capita che lo sia prima che si arrivi all’offerta/assunzione. In linea generale, non si richiedono documenti (di alcun tipo, non solo relativi alla disabilità) ancor prima di sostenere un colloquio. Non me la sento, però, di dare una risposta netta alla tua domanda, perché non ho un quadro chiaro della situazione e, comunque, molto dipende anche dal tipo di disabilità e dalla mansione che avresti dovuto svolgere. Se io, che ho una disabilità motoria, mi proponessi per un lavoro che implica sforzo fisico, probabilmente (se non mi scartassero- comprensibilmente, in quel caso- a priori) mi chiederebbero qualche documento che attesti che posso sostenerlo, onde evitare problemi in seguito. In ogni caso, non demordere: continua la tua ricerca e in bocca al lupo!

  2. roberto uber scrive:

    i verbali di invalidita non siamo tenuti a darli al datore di lavoro e privacy solamente al medico dell azienda che li richiede

    • Move@bility scrive:

      Sulla documentazione da dare al datore di lavoro (inclusa la relazione conclusiva) non è specificata la patologia, proprio a tutela della privacy del lavoratore

  3. Lucrezia scrive:

    Volevo sapere come comportarsi ad un colloquio, non rivolto alle categorie protette. Sono obbligata a dire della mia disabilità?

    • Move@bility scrive:

      Ciao Lucrezia, no, non necessariamente. Ti consiglio di farlo solo ed esclusivamente nel caso in cui la tua disabilità dovesse richiedere accortezze particolari (ausili/supporti per svolgere il lavoro, necessità di orari flessibili, etc.). In caso contrario, non c’è alcun obbligo di parlare della propria disabilità e, in ogni caso, non si è tenuti a condividere col datore di lavoro dettagli circa diagnosi e simili. In bocca al lupo! 🙂

  4. Mario scrive:

    è in tutti i casi facoltativo dichiarare la propria disabilità?
    Mi trovo difronte ad una richiesta di tirocinio in cui è necessario indicare con (Si/No) se si è portatori di handicap, è un problema dichiarare NO ?

    • Move@bility scrive:

      Ciao Mario,
      L’obbligo di dichiarare la disabilità sussiste solo qualora, per svolgere un determinato lavoro, in virtù della disabilità specifica, fossero necessari ausili o supporti. O, naturalmente, se quella ricerca è riservata a lavoratori con disabilità. In caso contrario, non c’è obbligo. Tra l’altro, non si parla più di “portatori di handicap”, ma di persone con disabilità (dal 2006)

  5. Chantal scrive:

    Ciao sono Chantal ho una disabilità psichiatrica. Volevo sapere se il datore di lavoro può chiedere al mio tutor quanti GG di malattia faccio a causa della mia patologia .
    Mi sembra una domanda inopportuna e che viola i miei diritti . Anche perché non avrei idea della risposta.

    • Move@bility scrive:

      Ciao Chantal. Concordo con te: è una domanda inopportuna, durante un colloquio. Semmai, potrebbe chiedere se la tua patologia richiede che tu ti assenti con frequenza dal lavoro, ma senza un numero di giorni definito. Anche perché, qualora tu fossi assunta come categoria protetta in condizione di handicap grave, avresti comunque diritto (se necessario) anche ad un periodo di congedo retribuito per curarti. In bocca al lupo!

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