Proseguiamo la nostra rassegna delle opere che hanno affrontato il tema della disabilità parlando di “Anna dei miracoli” (titolo originale “The miracle worker”), che ha ispirato anche opere teatrali rappresentate anche ai giorni nostri, nonché un anime del 1981 e, come probabilmente ricorderete se eravate bambini negli anni ’80, è stato citato nel manga “Il grande sogno di Maya“, con la giovane protagonista, aspirante attrice, che si trova a dover portare in scena proprio questa storia.
Pluripremiato (vanta due Oscar nel 1963, per la protagonista Anne Bancroft e per Patty Duke, che interpretava Anna, più numerosi altri riconoscimenti), “Anna dei miracoli” racconta la storia vera di Helen Keller, vissuta negli Stati Uniti tra la fine dell’800 e gli anni ’60 del ‘900, divenuta sordo-cieca a poco meno di 2 anni, probabilmente in seguito a meningite. Helen, prima viziata ed accontentata in tutto e per tutto dai genitori, inizia a fare progressi e conquistare la propria autonomia quando viene affidata alle cure di Anne Sullivan, giovane insegnante, anche lei parzialmente non vedente, che, con pazienza, dedizione e autorevolezza, insegna alla bambina che, nonostante la propria condizione, può anche lei imparare a parlare, leggere, studiare e avere una vita autonoma. Molto famosa la scena dell’acqua, nella quale Helen pronuncia la parola “acqua” dopo che Anne gliel’ha fatta scorrere sulle mani, ripetendole le lettere che la compongono:

Helen Keller il giorno della laurea
Il film si ferma a questo punto, ma non la storia di Helen Keller, che, sotto la guida di Anne, gradualmente, continua a fare progressi, al punto da apprendere varie lingue straniere e diventare, a 24 anni, la prima persona sordo-cieca a laurearsi in un college. Trascorrerà il resto della sua lunga vita ad impegnarsi direttamente per i diritti delle persone disabili e degli operai, come avvocato e, poi, nelle file del Partito Socialista d’America, visitando anche molti Paesi, tra i quali il Giappone, da cui- altro primato- importerà negli USA due cani appartenenti alla razza “Akita Inu”. Il suo impegno le valse anche la più alta onorificenza statunitense, la Medaglia presidenziale della libertà.
Il film “Anna dei miracoli” è molto fedele alla vicenda reale di Helen Keller e riesce a rendere, grazie alle scene forti, all’ambientazione volutamente “claustrofobica” e al bianco e nero, la drammaticità e, al tempo stesso, il “miracolo” (per l’appunto) dell’apprendimento e della scoperta, da parte di Helen, del mondo che la circonda, ricordandoci che niente è impossibile di per sé: basta trovare il modo giusto per raggiungere l’obiettivo.
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