Aspasso Bike: la bicicletta per tutte le esigenze

Lo confesso: tra le esperienze che mi mancano, anche a causa della disabilità con la quale convivo praticamente da sempre, c’è l’andare in bicicletta. Col mio equilibrio a dir poco precario, questo mezzo di trasporto è sempre stato inavvicinabile, per me, e non mi restava che guardare, con una punta d’invidia, gli altri bambini che sfrecciavano davanti a me pedalando. Oggi, però, per fortuna, anche chi ha una disabilità motoria può vivere l’esperienza di un giro in bici, grazie ad Aspasso Bike, un progetto di “mobilità speciale” tutto “made in Italy”, che ha proprio l’obiettivo di consentire a tutti di spostarsi e divertirsi in bicicletta.

Il logo di Aspasso

aspasso: una bici per ogni esigenza

Aspasso VeloplusAspasso mette a disposizione degli utenti vari modelli di biciclette, progettati con cura per  adattarsi alle esigenze più disparate. Per esempio, c’è Veloplus, il modello con pedalata assistita pensato per le persone su sedia a rotelle, che possono godersi la passeggiata in bicicletta, insieme ad un accompagnatore, in tutta sicurezza e senza doversi spostare dalla propria carrozzina, grazie alla pedana basculante ed autobloccante.

Aspassobike OpairOpair, invece, è un modello “2 in 1”, visto che la seduta passeggero può anche essere sganciata dalla bicicletta, per usarla come una sedia a rotelle vera e propria. Anch’essa dotata di pedalata assistita, è altamente configurabile, per garantire il massimo comfort a tutti gli utenti.

 

 

Aspasso - Fun2GoPer chi, invece, ha disabilità motorie diverse, c’è Fun2Go, un modello nel quale anche il passeggero può pedalare, anche se i comandi che consentono di controllare il veicolo si trovano esclusivamente sul manubrio dell’accompagnatore… Un po’ come avviene sulle auto che vengono utilizzate durante le lezioni di guida, insomma.

Tutti i modelli di Aspasso Bike sono personalizzabili graficamente (per esempio, aggiungendo il nome del proprietario o il logo di un’azienda) e adattabili e possono essere dotati di ulteriori accessori, per soddisfare anche le esigenze più specifiche.

Siete interessati ad acquistare un modello di Aspasso Bike o, semplicemente, volete saperne di più? Potete contattare direttamente i responsabili del progetto, tramite il sito ufficiale.

 

Goover, l’app per muoversi liberamente in città

Goover Francesca Moscardo

Francesca Moscardo

Visto che uno dei motivi per cui ho deciso di dar vita a Move@bility è sensibilizzare sulla necessità di rimuovere le barriere architettoniche, non solo a vantaggio di chi ha una qualche disabilità, ma per tutta la collettività, sono molto felice di potervi segnalare iniziative che condividono quest’obiettivo. Mi fa ancor più piacere in questo caso, perché ho anche l’occasione di fare una chiacchierata con una donna che è mia amica anche nella vita reale: Francesca Moscardo, che oggi incontro in rappresentanza del team di Goover, una nuova app nata proprio per segnalare barriere architettoniche e luoghi accessibili, per facilitare gli spostamenti di tutti nelle nostre città.

Ciao Francesca, ti va di presentarti ai lettori di Move@bility? 

Con molto piacere! Ho 31 anni e vivo a Verona, città che adoro. Sono nata con la displasia diastrofica, una forma di nanismo che, oltre ad alcune malformazioni ossee, mi ha regalato una statura decisamente ridotta: infatti, dico sempre che sono tascabile! Nella vita quotidiana, la mia è una disabilità molto particolare perché provo i disagi sia di chi si muove sulla sedia a rotelle (riesco a camminare, ma sulle lunghe distanze ne faccio uso), sia di chi è molto molto basso, come i bambini che non arrivano al water, al lavandino, ai pulsanti dell’ascensore, ad aprire una porta… Sono laureata in storia dell’arte, ma la vita mi ha portata a intraprendere la strada della scrittura e attualmente collaboro con un’agenzia di comunicazione come copywriter. Unendo la passione per raccontare storie – con una vena, mi dicono, molto ironica – e il tema offerto dalla mia disabilità un po’ borderline, nel 2017 è nato “Nanabianca Blog. Il mondo a un metro d’altezza”: un blog in cui parlo di Verona e dei miei viaggi, sempre con un occhio di riguardo alle informazioni sull’accessibilità, ma racconto anche delle soluzioni che ho trovato nella vita quotidiana e che potrebbero essere utili a qualcun altro che si trova ad affrontare problemi simili (nel vestire, nella cura personale, nel cucinare, nell’organizzare un viaggio…). Cerco di dare delle idee, degli spunti che gli altri possano adattare a sé. Il mio blog mi ha portato, quest’anno, a conoscere il team di Goover: mi hanno chiesto se volessi entrare a tutti gli effetti nel progetto, occupandomi del blog (che sta prendendo avvio proprio in questo periodo). Per me, la mobilità è un aspetto fondamentale nella vita di una persona disabile: aver preso la patente nel 2015 e potermi muovere in libertà sulla mia auto adattata, mi ha regalato un numero di opportunità e di esperienze prima impensabili. L’app Goover, su un piano diverso, vuole permettere la libertà di movimento delle persone con difficoltà motorie, segnalando ed evitando le barriere architettoniche all’interno di un percorso: è un obiettivo totalmente in linea con la mia visione, per questo non ho potuto fare a meno di accettare la proposta del team!

Goover - il team

Il team di Goover

Com’è nata l’idea di Goover? 

L’idea è nata durante un hackathon a cui il gruppo – che poi avrebbe fondato Goover – ha partecipato ad ottobre 2017 a Torino, riguardo alla mobilità cittadina. Paolo Bottiglieri, l’attuale CEO, aveva avuto esperienze di lavoro con il mondo della disabilità e voleva, insieme a Marco Coluccio e Matteo Sipione, trovare un modo per migliorare gli spostamenti in città. Quasi per caso hanno visto passare un ragazzo in sedia a rotelle che ha dovuto cambiare strada per colpa di un gradino: da lì è partito tutto.

Cos’ha di diverso quest’app, rispetto alle altre già disponibili? 

Prima di partire è stata svolta un’indagine per capire cosa ci fosse sul mercato, cosa facessero i competitor e come. Ciò che si è constatato è che tutti forniscono poche funzioni e, a volte, si tratta di applicazioni non aggiornate anche da 6 o 7 anni. Goover nasce come app che aggreghi le funzioni in un’unica piattaforma (evitando l’effetto-canguro da un’app all’altra) e guidi l’utente su itinerari senza barriere architettoniche.

Goover Le app che si prefiggono l’obiettivo di segnalare le barriere architettoniche, in genere, prendono in considerazione un solo tipo di disabilità: quella motoria, e, segnatamente, quei tipi di disabilità motoria che comportano l’utilizzo della sedia a rotelle per gli spostamenti. Ma, come ben sappiamo, le disabilità sono tante, anche quando consideriamo solo le limitazioni motorie. Per fare un esempio, le esigenze di chi si muove utilizzando delle stampelle sono diverse rispetto a quelle di chi utilizza la sedia a rotelle e, di conseguenza, anche le barriere architettoniche sono viste in maniera diversa. Goover aiuterà anche chi ha esigenze diverse?

L’obiettivo è poter differenziare i percorsi in base al tipo di disabilità o di esperienza dell’utente sulla sedia a rotelle. Abbiamo notato anche noi, grazie alla prima mappatura, che ci sono ostacoli che per alcuni non sono tali e, per questo motivo, inseriremo anche il livello di difficoltà sui percorsi.

Ottimo! In base alla tua esperienza personale, cosa manca perché si possa veramente “pensare accessibile”, quando si progettano spazi urbani, edifici pubblici, etc.?

Credo che manchi, prima di tutto, la capacità di mettersi nei panni di persone con necessità diverse dalle nostre, chiunque esse siano; in secondo luogo, manca l’elasticità mentale e la volontà di andare oltre le norme in materia di progettazione, per creare un ambiente che sia davvero funzionale al maggior numero di persone possibile (non solo a quelle in sedia a rotelle, che rappresentano nell’immaginario comune la disabilità standard) e che non si limiti a rispettare le leggi, magari un po’ datate. Infine, manca la consapevolezza che se un luogo è accessibile a una persona con disabilità, lo sarà per tutti. Quest’ultimo è, forse, il concetto più banale, ma anche il più difficile da radicare nella mentalità dei progettisti.

Non potrei essere più d’accordo! Puoi darci qualche anticipazione sul futuro di Goover? Cosa dobbiamo aspettarci per il 2019?

Possiamo dire che, al momento, siamo molto assorbiti per iniziare ad avere versioni stabili dell’app sia su Android che su iOS: al momento, infatti, l’app è in beta testing. Nel 2019, ci concentreremo sul potenziamento del collegamento tra strutture accessibili che saranno, per lo più, bar e ristoranti. Lo sguardo verso il futuro è puntato sulla possibilità di prenotazione di hotel e camere certificate accessibili direttamente dal sito di Goover e che non riserveranno più sorprese come ad oggi spesso succede. Il caso che più mi è rimasto in mente è quello di Giulia, che ha prenotato da una nota piattaforma e che, arrivata sul posto, certificato totalmente accessibile, ha scoperto che presentava tre scalini davanti all’ascensore che avrebbe dovuto portarla alla camera. Il sito di Goover vuole proprio eliminare la possibilità del presentarsi di tali situazioni.

Grazie, Francesca, e in bocca al lupo a te e a tutto il team di Goover! 🙂

“Lombardia Facile”, una regione accessibile a tutti

Da qualche settimana, i cittadini lombardi con disabilità hanno a disposizione un nuovo servizio: “Lombardia Facile“, il portale che raccoglierà tutte le informazioni utili, come suggerisce il nome stesso del progetto, a facilitare la vita quotidiana delle persone con disabilità.

"Lombardia Facile"

Dalla previdenza al lavoro e alla scuola, dal turismo allo sport e al tempo libero: su “Lombardia Facile” sarà, gradualmente, possibile reperire tutte le informazioni su normative, agevolazioni e servizi a disposizione di cittadini residenti e turisti con disabilità in Lombardia.

Nato dalla collaborazione tra Regione Lombardia e associazioni ed organizzazioni che rappresentano e difendono i diritti di varie categorie di persone con disabilità, motoria e sensoriale, il progetto “Lombardia Facile” vuole rimuovere tutti gli ostacoli e le barriere (fisiche e informative) che, ad oggi, complicano la vita di chi ha una disabilità o esigenze speciali.

Il portale presta una grande attenzione in particolare ai temi della mobilità e del turismo accessibile. Su “Lombardia Facile”, infatti, è disponibile un motore di ricerca attraverso il quale è possibile accedere ad informazioni sull’accessibilità di vari monumenti, musei e luoghi d’interesse artistico e culturale della Lombardia.

Inoltre, sul sito è possibile reperire tutte le informazioni su un altro servizio, attivo dal 2001, dedicato alle persone con disabilità: SpazioDisabilità, che offre consulenza su vari argomenti legati alla disabilità. SpazioDisabilità è pensato sia per le persone con disabilità che per i familiari e le figure che, a vario titolo, prestano loro assistenza. Anche questo servizio è stato ripensato e si punta alla creazione di un sistema di front office diffuso su tutto il territorio regionale, aggiungendo a quello oggi disponibile presso la sede centrale della Regione altri punti informativi in tutti i capoluoghi di provincia. Dall’anno prossimo, inoltre, chi si rivolgerà a SpazioDisabilità avrà a disposizione un ulteriore servizio: la video-chat in LIS, che consentirà alle persone sorde di comunicare con gli operatori del front office grazie all’intermediazione di un interprete LIS collegato in videoconferenza.

Insomma, si stanno facendo importanti passi avanti per l’accessibilità e l’inclusione di tutti i cittadini. È auspicabile che iniziative simili vengano attivate anche in altre regioni. Ne conoscete qualcuna? Segnalatemela!

Contrassegno disabili: cos’è e come ottenerlo

Spostarsi quotidianamente utilizzando l’automobile è sicuramente comodo, soprattutto se si ha qualche problema di mobilità, ma come la mettiamo col parcheggio? Esistono ormai ovunque parcheggi riservati alle persone con disabilità, generalmente (a parte qualche eccezione…) collocati in aree prive di barriere architettoniche, per consentire alle persone (o a chi le aiuta, nel caso di soggetti che necessitano di assistenza) di salire e scendere comodamente dalla vettura. Ma come usufruirne e far valere il proprio diritto, in barba ai tanti “furbetti” (o “distratti”?) che non si avvedono dell’apposito simbolo distintivo? La risposta è il contrassegno disabili, che, come previsto dal Codice della Strada, se apposto sul parabrezza dell’auto della persona disabile, dà diritto ad usufruire delle aree di sosta riservate.

auto con contrassegno disabili

CHI PUò richiederlo?

Possono richiedere il contrassegno disabili:

  • Persone con disabilità permanente, riconosciute «persone invalide con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta»
  • Persone non vedenti
  • Persone con disabilità temporanea: per soggetti affetti da deambulazione ridotta o impedita circoscritta ai tempi di guarigione. In questo caso, il pass avrà una durata limitata a quella indicata dalla certificazione medica attestante il periodo di durata dell’invalidità.

Per richiedere il contrassegno, non è necessario né possedere un’auto né avere la patente: la persona con disabilità può richiederlo ed utilizzarlo su qualunque mezzo destinato alla propria mobilità, a patto di ricordarsi di esibirlo quando si trova a bordo del veicolo stesso. L’esposizione del contrassegno quando il disabile non è a bordo comporta, invece, una sanzione. In ogni caso, va ricordato che il contrassegno non consente la sosta in tutte le aree nelle quali questa è normalmente vietata.

come richiedere il contrassegno disabili?

Il contrassegno disabili va richiesto tramite apposita domanda al proprio Comune di residenza, esibendo, se se ne è già in possesso, la documentazione che attesta la disabilità. Nel caso in cui la disabilità non sia ancora stata certificata o in caso di disabilità temporanea, prima di poter presentare la domanda, è necessario che un’apposita commissione medica accerti le  difficoltà motorie o visive del soggetto richiedente. Il contrassegno disabili è, normalmente, gratuito: è previsto il pagamento di una piccola quota solo per i contrassegni temporanei.

QUANTO DURA E COME RINNOVARLO?

In genere, il contrassegno disabili dura 5 anni. In caso di disabilità temporanea, invece, la durata è limitata al persistere della disabilità e, in ogni caso, non può essere superiore ai 5 anni.

Per rinnovarlo, tre mesi prima della scadenza del contrassegno esistente, bisogna presentare richiesta di rinnovo, dimostrando il persistere del diritto allo stesso con apposita certificazione.

contrassegno disabili europeo

IL contrassegno disabili europeo

Fino al 15 settembre 2012, il contrassegno disabili era di colore arancione. A partire da quella data, invece, è entrato in vigore il nuovo contrassegno europeo: restano immutate modalità di richiesta e validità. In più, è possibile utilizzare il contrassegno non solo nel proprio Paese, ma in tutta l’Unione Europea, proprio per consentire anche ai cittadini con disabilità di muoversi liberamente all’interno della UE. Inoltre, in vari Paesi, sono previste specifiche agevolazioni per i disabili, delle quali si può usufruire anche come turisti, esibendo questo contrassegno.

Per maggiori informazioni sulle modalità di richiesta del contrassegno, potete fare riferimento al vostro Comune di residenza.