Turismi accessibili: un premio a chi li fa conoscere

Parliamo spesso di turismi accessibili, una tendenza che si sta affermando sempre di più (fortunatamente!), testimoniando una maggiore sensibilità verso la legittima esigenza e voglia di tutti di viaggiare, conoscere nuovi Paesi e culture diverse dalla propria. Tra l’altro, varie iniziative (anche di “casa nostra”) dimostrano come l’attenzione ai turisti con “esigenze speciali” non sia solo un gesto nobile, ma anche una strategia lungimirante e remunerativa: infatti, considerando che, limitando il discorso alle sole persone con una qualche disabilità, parliamo di circa un quarto della popolazione mondiale, non pensare a modalità per accogliere adeguatamente anche loro significa rinunciare ad una fetta di mercato non proprio trascurabile.

turismi accessibili

Rimane, però, spesso, un problema: far passare correttamente il messaggio sull’importanza dei turismi accessibili e far conoscere tutti i servizi, le strutture e le iniziative già presenti in quest’ambito attraverso i media. Da quest’esigenza nasce un’iniziativa della onlus Diritti Diretti: il Premio Turismi Accessibili, che vuole, per l’appunto, premiare giornalisti, pubblicitari e comunicatori che riescono a “superare le barriere“, raccontando attraverso servizi radio-televisivi, campagne pubblicitarie, video o campagne di comunicazione quelle realtà che sono riuscite a produrre sviluppo socio-economico coniugando attrattività, innovazione, estetica e/o sostenibilità alla cultura dell’accessibilità.

Premio Turismi Accessibili

 

Il Premio Turismi Accessibili, giunto alla terza edizione, è rivolto all’accessibilità che già esiste, nelle varie tipologie di turismo: culturale, enogastronomico, sportivo, congressuale, balneare, montano, termale, scolastico, religioso. L’obiettivo è quello di dimostrare con esempi concreti ai privati e alle istituzioni che investire davvero in accessibilità può migliorare un territorio e la sua offerta turistico-culturale, a vantaggio sia delle persone che lo visitano che di quelle che ci vivono e- aspetto non secondario- con ricadute economiche importanti per le imprese che operano in quest’ottica.

COME PARTECIPARE AL PREMIO TURISMI ACCESSIBILI?

Per partecipare, è necessario registrarsi, compilando, entro il 5 maggio 2018, il form presente sul sito del Premio Turismi Accessibili. Tra i partecipanti, verranno selezionati due vincitori: il  progetto più votato dal pubblico si aggiudicherà 1000 €, mentre quello selezionato dalla giuria di esperti riceverà una targa. Tutti i particolari sul concorso sono consultabili sul bando dell’iniziativa.

PS. Anche Move@bility partecipa al premio con l’articolo dedicato a “B&B Like Your Home“. Potete votarlo a questo link

Pubblicità e diversità: qualcosa si muove?

Abbiamo ribadito in più occasioni, su questo sito, il ruolo cruciale dei media nell’indispensabile processo di abbattimento delle barriere culturali e di affermazione di una nuova cultura della disabilità. Se passi avanti importanti si registrano in ambiti come il cinema e la moda, con un approccio al racconto della disabilità, e della diversità in generale, che ribalta molti stereotipi del passato, la pubblicità resta ancora un ambito pressoché precluso alle persone con disabilità: ad eccezione delle campagne di Pubblicità Progresso e del popolarissimo spot con Checco Zalone, quanti altri esempi di advertising vi vengono in mente con protagonisti persone con disabilità?

pubblicità

Ci sono, è vero, campagne che puntano a sradicare gli stereotipi legati al concetto di “ideale” di bellezza (un esempio per tutti: la campagna di Dove© per la Bellezza Autentica), ma manca ancora quel passo in più. Eppure, almeno 1/5 della popolazione mondiale, oggi, ha una qualche forma di disabilità: perché escludere queste persone dalla pubblicità, che, a rigore, dovrebbe riflettere tutte le sfaccettature del mondo in cui viviamo?

Tuttavia, qualcosa sembra muoversi. Negli USA, per esempio, sta facendo parlare molto di sé (anche grazie ad un utilizzo massiccio dei social media) Changing the Face of Beauty, un’associazione il cui obiettivo è quello di sollecitare i brand ad utilizzare nelle proprie campagne pubblicitarie anche persone con sindrome di Down.

changing the face of beauty

Foto tratte dalla pagina Facebook di Changing the Face of Beauty

E a casa nostra? Come spesso accade, purtroppo, l’Italia ci mette un po’ a recepire determinati input. Eppure, qualcosa si muove anche nella nostra pubblicità. EatalyNe è un esempio la foto comparsa sull’edizione milanese del quotidiano “la Repubblica” del 1° novembre scorso, per pubblicizzare Eataly Smeraldo, la sede meneghina della nota catena di ristoranti e negozi di enogastronomia “made in Italy”: per la prima volta, vi compare, in mezzo alle altre, una persona affetta da sindrome di Down, che lavora proprio in quel punto vendita. Quindi, non una rappresentazione pietistica della condizione di disabilità, ma un ritratto fedele della realtà: la ragazza, come gli altri colleghi ritratti nella foto, è presente nella foto nella propria veste professionale, non per “esibire il disabile” (e mettersi a posto la coscienza, magari destando un po’ di scalpore).

La vera inclusione di tutti si ottiene non solo garantendo pari opportunità di accesso al lavoro, allo studio, alla mobilità, ma anche vedendo sui media tutte le sfaccettature della società, incluse le persone con disabilità, colte nella propria normalità quotidiana, che, a ben guardare, non è poi tanto diversa da quella di chiunque altro.